Home In Evidenza Decreto Caivano, Meloni: “Criminalità giovanile si diffonde, lo Stato non indietreggia”

Decreto Caivano, Meloni: “Criminalità giovanile si diffonde, lo Stato non indietreggia”

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Dopo l’approvazione in Cdm del decreto Caivano, Giorgia Meloni ha parlato in conferenza stampa.

“Consideravo importante esserci perché penso che le norme che abbiamo licenziato siano materie molto importanti – ha affermato il premier -. In passato lo Stato ha preferito occuparsi di altro, erano talmente complesse che metterci la faccia era considerato pericoloso. Noi mettiamo la faccia su materie complesse, difficili da risolvere”.

“Per Caivano ci vorranno anni ma ci sarà lo Stato”

 “Il lavoro” per riqualificare Caivano “durerà qualche anno con una presenza cadenzata del governo, ho detto ai ministri che ognuno di loro deve andare per portare i propri ‘mattoni’. Inviamo un commissario che possa parlare con tutti gli attori e insieme facciano un lavoro che durerà molto tempo”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.

“Entro 2024 vogliamo riaprire il centro Delphinia”

 “Con l’aiuto del genio, delle fiamme oro, vogliamo riaprire il centro Delphinia e di sport e salute, vogliamo riaprirlo nella primavera del 2024. Va aiutato anche il lavoro dei docenti”, ha dichiarato Meloni.
 

“Stanziati 30 mln ma arriveranno altre risorse”

 “Abbiamo stanziato i primi 30 milioni di euro ma non pensate che il governo li considera sufficienti, verranno stanziate tutte le risorse che servono per vincere questa sfida”, ha detto ancora il premier in conferenza stampa parlando del dl Caivano.

“Seconda leva è stretta su criminalità minorile”

 “La seconda leva è una stretta sulla criminalità minorile, tutti i fatti di cui parliamo vedono protagonisti dei minori. E le norme che abbiamo approvato sono frutto di una interlocuzione avviata con la visita a Caivano”, ha proseguito Meloni.
 

“Non ci sono norme repressive ma di prevenzione”

 “Per i reati gravi c’è un ammonimento e la convocazione dei genitori che possono essere chiamati in causa per la mancata vigilanza per i minori, non c’è il tema di sbattere in galera i dodicenni. C’è la galera per l’arresto in flagranza di reato per i ragazzi dai 14 ai 18 anni. Se oggi un ragazzo di 15 anni gira con un arma carica non si può arrestare. Non sono solo norme repressive, sono norme di prevenzione. Si è fatto scudo dell’uso di minori sempre più giovani e noi dobbiamo porre un freno”, ha sottolineato il presidente del Consiglio.
 

“Materia accesso a siti porno va affrontata d’impatto”

 “Quando il ministro Roccella ha parlato dell’età del primo accesso ai siti pornografici, 6 anni, ho visto le facce di alcune madri e anche la mia”, ha evidenziato il presidente del Consiglio, chiarendo che questa materia va affrontata d’impatto. E il governo è partito con il parental control. Poi ci si interroga sulle modalità di accesso ai siti, “una materia su cui non considero giusto intervenire per decreto ma è molto importante e su cui anche il Parlamento deve intervenire”, ha precisato.

“Se serviranno altre norme andremo avanti”

 “Le norme io le considero molto ponderate. Il tema della pornografia e i minori bisogna continuare ad approfondirlo, si aprono una serie di dinamiche
che vanno valutate sul piano normativo, quello che abbiamo fatto non è sufficiente. Se ne servono altre, o ci verranno segnalate, andremo avanti”, ha continuato il presidente del Consiglio.

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