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28 novembre 2021: Ali Onlus alla Giornata Diocesana dei diversamente abili

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Domenica 28 Novembre si è tenuta , al palazzetto dello sport “PalaFoschini” di Telese Terme, la manifestazione in occasione della giornata mondiale dedicata ai diversamente abili. Don Giuseppe Oropallo ha dedicato parole di speranza in occasione di questa manifestazione,ricordando le parole del Papa:

«Voi siete miei amici» (Gv 15,14)

Cari fratelli e sorelle!In occasione della vostra Giornata Internazionale, vorrei rivolgermi direttamente a voi che vivete una qualsiasi condizione di disabilità, per dirvi che la Chiesa vi ama e ha bisogno di ognuno di voi per compiere la sua missione al servizio del Vangelo.

«L’amicizia con Gesù è indissolubile. Egli non ci abbandona mai, anche se a volte sembra stare in silenzio. Quando abbiamo bisogno di Lui, si lascia trovare da noi e sta al nostro fianco dovunque andiamo». Noi cristiani abbiamo ricevuto un dono: l’accesso al cuore di Gesù e all’amicizia con Lui. La nostra vocazione è essere amici suoi!Avere Gesù per amico è la più grande delle consolazioni e può fare di ognuno di noi un discepolo grato, gioioso e capace di testimoniare come la propria fragilità non sia un ostacolo per vivere e comunicare il Vangelo. L’amicizia fiduciosa e personale con Gesù può essere, infatti, la chiave spirituale per accettare il limite che tutti sperimentiamo e vivere in maniera riconciliata la propria condizione. Da essa può nascere una gioia «che riempie il cuore e la vita intera» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 1) poiché, come ha scritto un grande esegeta, l’amicizia con Gesù è «una scintilla che appicca l’incendio dell’entusiasmo».

La Chiesa è la vostra casa! Il Battesimo rende ognuno di noi membro a pieno di titolo della comunità ecclesiale e dona a ciascuno, senza esclusioni né discriminazioni. Essa – vogliamo impararlo sempre meglio nel processo sinodale che abbiamo intrapreso – «non è una comunità di perfetti, ma di discepoli in cammino, che seguono il Signore, bisognosi del suo perdono». In questo popolo, che avanza tra le vicende della storia guidato dalla Parola di Dio, «tutti sono protagonisti, nessuno può essere considerato semplice comparsa» ( Ai fedeli di Roma, 18 settembre 2021). Per questo anche ognuno di voi è chiamato a portare il proprio contributo al percorso sinodale. Sono convinto che, se esso sarà davvero «un processo ecclesiale partecipato e inclusivo» , la comunità ecclesiale ne uscirà realmente arricchita.

Purtroppo, ancora oggi molti di voi «vengono trattati come corpi estranei della società. […] Sentono di esistere senza appartenere e senza partecipare», e «ci sono ancora molte cose che vi impediscono una cittadinanza piena» . La discriminazione è ancora troppo presente a vari livelli della vita sociale; essa si nutre di pregiudizi, di ignoranza e di una cultura che fatica a comprendere il valore inestimabile di ogni persona. In particolare, considerare ancora la disabilità – che è il risultato dell’interazione tra le barriere sociali e i limiti di ciascuno – come se fosse una malattia, contribuisce a mantenere separate le vostre esistenze e ad alimentare lo stigma nei vostri confronti.Per quel che concerne la vita della Chiesa, «la peggiore discriminazione […] è la mancanza di attenzione spirituale» , che a volte si è manifestata nel diniego di accedere ai Sacramenti, sperimentato purtroppo da alcuni di voi. Il Magistero è molto chiaro in merito e, di recente, il Direttorio per la Catechesi ha affermato in maniera esplicita che «nessuno può rifiutare i Sacramenti alle persone con disabilità» .

Gesù non ci chiama servi, donne e uomini dalla dignità dimezzata, ma amici: confidenti degni di conoscere tutto ciò che Egli ha ricevuto dal Padre (cfr Gv 15,15). So bene che la pandemia di Covid-19, dalla quale con fatica stiamo uscendo, ha avuto e continua ad avere ripercussioni molto dure sulla vita di molti di voi. Mi riferisco, ad esempio, alla necessità di rimanere per lunghi periodi in casa; alla difficoltà di molti studenti con disabilità ad accedere agli strumenti di didattica a distanza; ai servizi alla persona che in molti Paesi sono stati a lungo interrotti; e a molti altri disagi che ciascuno di voi ha dovuto affrontare. Ma, soprattutto, penso a quanti di voi vivono all’interno di strutture residenziali e alla sofferenza che ha comportato la separazione forzata dai vostri cari. In questi luoghi il virus è stato molto violento e, nonostante la dedizione del personale, ha mietuto troppe vittime. Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sono vicini in maniera particolare, con affetto e tenerezza!La Chiesa è al fianco di coloro tra voi che stanno ancora combattendo contro il Coronavirus; come sempre essa ribadisce la necessità che ci si prenda cura di ognuno, senza che la condizione di disabilità sia di ostacolo all’accesso alle migliori cure disponibili. In questo senso, già alcune Conferenze Episcopali, come quella di Inghilterra e Galles e quella degli Stati Uniti, sono intervenute per chiedere che sia rispettato il diritto di tutti ad essere curati senza discriminazioni.Il Vangelo è per tuttiDall’amicizia con il Signore deriva anche la nostra vocazione. Egli ci ha scelti perché portiamo molto frutto e il nostro frutto rimanga (cfr Gv 15,16).

Questa è solo una parte del discorso illuminato di Don Giuseppe Oropallo, durante questa giornata importantissima. Alla manifestazione ha partecipato anche Ali Onlus, Associazione Medico scientifica , nella persona del suo Presidente, Alessandro Fucci.

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