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Italia pro-Navalny

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Tutti i partiti, sia di maggioranza che all’opposizione, oltre ai sindacati Cgil, Cisl e Uil, hanno aderito alla fiaccolata per ricordare Alexei Navalny, lanciata da Azione, che si terrà lunedì in Campidoglio alle 18.30.

“È opportuno che le forze politiche europeiste e democratiche promuovano un’iniziativa congiunta lunedì pomeriggio a Roma alla ripresa dei lavori parlamentari”, ha scritto sui social nel pomeriggio Carlo Calenda, ricevendo a stretto giro l’adesione della segretaria del Pd Elly Schlein: “Noi ci siamo.

Per contrastare un regime che uccide il dissenso e la libertà, per solidarietà a chi oggi in Russia viene arrestato perché dissente da Putin e protesta per la morte di Navalny”.
    Anche il M5s invierà una delegazione, e hanno annunciato la loro partecipazione anche Avs, +Europa, e Iv. “Calenda si sveglia con un giorno di ritardo, ma noi ci siamo – ha annunciato Raffaella Paita, coordinatrice del partito di Matteo Renzi -. Come c’eravamo ieri, quando con delegazione di Italia Viva e Più Europa si è recata sotto l’ambasciata russa, per onorare l’eroismo di Navalny”. Ci saranno poi rappresentanti di FdI, come ha annunciato Giovanni Donzelli, e della Lega, come ha fatto sapere il partito di Matteo Salvini. Forza Italia aderirà “senza esitazioni”, con una delegazione “senza bandiere” guidata dal portavoce del partito, Raffaele Nevi, e dalla responsabile Esteri, Deborah Bergamini. Ci sarà anche Noi moderati, per difendere dagli attacchi delle autocrazie i valori della democrazia, i principi di libertà e la difesa del pluralismo politico e culturale”, come ha spiegato il presidente Maurizio Lupi.

Certamente tutti i partiti si sono schierati. Quando muore un eroe tutti si buttano su i suoi resti come spazzini avvoltoi, per godere di un po’ di notorietà, belli comodi a sparlare, senza avere nemmeno un miliardesimo del coraggio dell’eroe scomparso.

Navalny non era solo un eroe, e vi rammento che nei dizionari questa parola indica chi si sacrifica per gli altri, per un ideale nobile; Alexei ha sfidato il Leviatano, e ne è uscito sconfitto, è morto. Navalny non era solo la speranza di una Russia democratica, ma la speranza di un mondo più sereno, meno bellicoso, più onesto e trasparente.

Ora, senza la voce di Navalny, rischiamo ancora di più. Dobbiamo avere paura di Putin, quest’uomo(!) che vive la sua vita come il peggiore dei dittatori vecchio stampo, pronto a premere il bottone finale, più di quell’altro infimo personaggio, Kim Jong Hun.

L’anacronismo di questa società contemporanea è la persistenza di dittature, totalitarie o mascherate da democrazie liberali, con minacce intercontinentali. Tra minacce asteroidali, pandemiche, climatiche, ora la minaccia nucleare sembra più concreta, ma pochi hanno il coraggio di parlarne, evitando l’argomento.

Navalny avrebbe potuto salvarci tutti, e ora…chissà?

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