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Aumento dei salari e taglio dei tassi( Panetta, Banca d’Italia)

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Fabio Panetta al suo esordio da governatore della Banca d’Italia al Forex :«Si sta rapidamente avvicinando il momento di un’inversione di rotta nell’orientamento della politica monetaria».

Il banchiere è convinto che l’aumento dei salari potrà esserci, senza rincorrere l’inflazione e sostenendo la ripresa.
Panetta raccomanda : «Andranno soppesati benefici e controindicazioni di un taglio dei tassi tempestivo e graduale rispetto a un allentamento tardivo e aggressivo, che potrebbe accrescere la volatilità dei mercati finanziari e dell’attività economica». I timori sollevati in passato circa i rischi del caro-prezzi per Panetta «si stanno rivelando infondati». L’inflazione non ha smesso di scendere, nemmeno quella di fondo e lo spauracchio di una spirale prezzi-salari – la bestia nera dei banchieri centrali, temuta anche dal predecessore Ignazio Visco – incute meno paura rispetto a oltre un anno fa. Il rischio resta, ma Panetta invita a leggere i dati con attenzione.

Il lavoro è solo uno dei fattori di produzione e la sua incidenza sui costi totali delle imprese è ben inferiore a quella dei beni intermedi e dell’energia. «L’aumento dei costi complessivi delle imprese – che rappresenta la causa primaria dell’inflazione – si è pertanto via via affievolito fino a annullarsi, attenuando le pressioni inflazionistiche. Con questi andamenti, le aspettative delle imprese non prefigurano un’accelerazione dei costi totali nei prossimi mesi – sottolinea il governatore – alla stagnazione dei costi si aggiunge la debolezza della domanda di beni e servizi, che rende le imprese meno propense a traslare sui prezzi un eventuale aumento dei salari per paura di perdere quote di mercato. Oggi – riferisce Panetta – la probabilità che un ipotetico rafforzamento della dinamica salariale dia il via a una tardiva rincorsa salari-prezzi è pertanto esigua». Anzi, è la conclusione, «un qualche recupero del potere d’acquisto dei salari è fisiologico e potrà sostenere i consumi e la ripresa dell’economia». Palazzo Koch stima infatti che l’inflazione, pari allo 0,9% a gennaio, possa restare inferiore al 2% quest’anno.

Quanto al Pil, la crescita nel 2023 è stata dello 0,7% e così sarà per il 2024. Il governatore centrale però riconosce che la debolezza dell’economia europea si sta estendendo all’Italia. E come ogni diagnosi, fornisce cura: «Per intraprendere un sentiero di crescita sostenuta dobbiamo agire lungo due direzioni: va data certezza agli investitori su una traiettoria discendente del debito pubblico; la riduzione dei premi per il rischio che ne potrebbe derivare renderebbe meno arduo il percorso. Vanno stimolati gli investimenti in grado di accrescere l’innovazione e la produttività» mentre nell’immediato «occorre trarre il massimo beneficio dall’attuazione delle riforme e degli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che possono innalzare la nostra crescita potenziale e rendere meno arduo il necessario riequilibrio dei conti pubblici». Il Paese tuttavia non parte da zero: «la maggiore accumulazione di capitale, la forza del mercato del lavoro, la capacità competitiva di molte imprese sui mercati internazionali, la solidità dei bilanci bancari. Si tratta di elementi significativi, che possono svolgere un ruolo importante per rilanciare lo sviluppo dell’Italia».

Panetta, su orizzonti più estesi : «Secondo le nostre stime la qualità dei prestiti peggiorerebbe nel prossimo biennio». Guardia alta dunque sugli Npl, smaltiti a livelli ora tollerabili. «Alle banche è richiesta prudenza nella classificazione dei prestiti e una e una scrupolosa applicazione dei principi contabili internazionali, secondo cui occorre riconoscere le perdite attese ed effettuare le relative rettifiche di valore anche quando le perdite non si sono ancora materializzate». Per consentire alle banche di sostenere l’economia in caso di shock esterni al sistema finanziario invece «sono necessarie riserve patrimoniali macro-prudenziali. Queste possono essere costituite dagli intermediari utilizzando il capitale in eccesso, senza raccoglierne di nuovo».

L’ultimo monito Panetta lo tiene in serbo per il fintech, in cui le big tech godono di un vantaggio impareggiabile: il governatore esorta le banche a ricorrere «a tecniche innovative – utilizzando l’identità digitale, i dati destrutturati, l’intelligenza artificiale – per conseguire guadagni di efficienza e migliorare la qualità dei servizi offerti. E soprattutto ponendo la massima cura ai rapporti con la clientela»; ai legislatori invece chiede di «ricercare il giusto equilibrio tra l’obiettivo di stimolare l’innovazione e la concorrenza e quello di evitare arbitraggi regolamentari e distorsioni competitive». 

(Fonte:CorriereEconomia)

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