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Superbonus, non c’è più un euro

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Superbonus: gli effetti positivi indotti sull’economia non sono sufficienti per giustificarne una proroga.

La speciale misura introdotta dal decreto legge n.34 del 2020 incide negativamente sul bilancio dello Stato pertanto, un allungamento della stessa, dovrebbe essere assistito da un’idonea copertura finanziaria. Anche i meccanismi che presiedono la correlata cessione dei crediti fiscali non possono essere ampliati più di tanto poiché anche la cedibilità degli stessi a favore di terzi, compresi gli intermediari finanziari, ha impatti in termini di debito per il Bilancio dello Stato.

Sono queste, in estrema sintesi, le risposte fornite ieri in commissione finanze del Senato dal sottosegretario all’Economia e finanze, Maria Cecilia Guerra, all’interrogazione parlamentare (numero 3-02877), presentata dal senatore Andrea De Bertoldi (FdI).

Secondo l’interrogante, stando anche ad alcuni recenti studi universitari, il Superbonus potrebbe determinare nel medio e lungo termine un impatto positivo sulle finanze dello Stato pari a 811 milioni di euro dovuto, essenzialmente, a un maggior gettito sia dell’Iva che dell’Ires.

Secondo tali studi la misura sarebbe addirittura in grado di autofinanziarsi per cui una proroga della stessa non potrebbe che avere un effetto positivo sui conti pubblici, attraverso l’incremento del gettito fiscale innescato dalla conseguente crescita del Prodotto interno lordo.

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