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LA RISPOSTA DI ABBATE A CACCIANO

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“Disagi nell’assegnazione posti letto, mancanza di accordi/integrazione con i medici ospedalieri regionali e locali, sovraffolamento del Pronto Soccorso, ambulatori aperti saltuariamente ogni quindici o addirittura venti giorni, circa 40 pazienti di reumatologia in lista d’attesa per ricovero ma con tempi di attesa di 3 mesi, bloccati interventi per patologie benigne, un reparto di emergenza aperto al 50%, reparti chiusi ancora in attesa di collaudo, carenza personale e di prestazioni in convenzione ed infine omissione di fornitura farmaci alle dimissioni. Sono queste solo alcune delle problematiche, sintomo di una cattiva gestione dell’Ospedale ‘San Pio’ di Benevento, sollevate da medici e pazienti e da me rese note. Dichiarazioni che hanno trovato sostegno e accoglimento ma che hanno destato dal torpore anche personaggi assopiti”. A dichiararlo il consigliere regionale Luigi Abbate.

“Con la Primavera, infatti, dovrebbero risvegliarsi le intelligenze o quantomeno l’attenzione, soprattutto di coloro che hanno la velleità di fare politica e maggiormente di chi vorrebbe interpretare il ruolo di un grande partito come il PD. Gli interrogativi che ho posto riguardano la salute dei cittadini, il diritto ad essere curati nel migliore dei modi. Le criticità che ho sollevato riguardano le persone più fragili, gli anziani e gli ammalati.

Mi sarei aspettato, dunque, un’attenzione diversa dalla politica che dovrebbe sovraintendere la sanità, ma noto che sia la cattiva politica ad alzare la voce. Il dottore De Longis, consigliere comunale del Partito Democratico e il dottore Lucio Lonardo, segretario cittadino di Forza Italia, avevano colto il problema e richiesto delle risposte dal Management del ‘San Pio’ a dimostrazione che il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione e non dal manager di turno.

Chi cerca di inquinare gli interrogativi paventando dei retropensieri o obiettivi reconditi dimostra l’assoluta ignoranza dei problemi sanitari che si sono accentuati con il Covid. Oltre ad essere un insulto all’onestà intellettuale e materiale nei confronti di chi vorrebbe delle risposte alle criticità sollevate.

Il segretario provinciale del Pd ha poche idee e soprattutto confuse sulla vicenda e più che attaccare chi solleva dubbi e incertezze sulla sanità ospedaliera territoriale chiedesse di avere risposte in merito alle criticità sollevate.

Signor Segretario, lo so per lei è difficile ma ha tanti collaboratori che possono aiutarla a resettare la coscienza e a guidarla nella giusta direzione se poi lei è il ventriloquo di qualcun’altro taccia e si mette da parte.

Infine, – conclude – nel rispetto del principio di trasparenza e nella costante tutela delle professionalità vorrei che il segretario provinciale del PD, tra i massimi esperti mondiali di retropensieri, diradasse alcuni dubbi e interrogativi sorti, soprattutto, in merito alla sua nomina in qualità di Direttore, o aspirante tale, dell’Asea.

In primis, la Laurea in Filosofia da lui conseguita rappresenta un requisito essenziale e necessario per l’accesso a tale incarico?

Identica riflessione sarebbe da fare per il ruolo di responsabile della diga di Campolattaro.

Sarebbe interessante sapere se ha conseguito l’assunzione a tempo indeterminato all’ASEA dopo la partecipazione ad un Concorso Pubblico, stante la natura di società a controllo pubblico.

Al fine di diradare ogni dubbio, sarebbe opportuno chiarire se nel momento della sua ‘selezione’ e successiva assunzione all’ASEA il ruolo di Presidente del CdA di Asea fosse ricoperto dallo zio, materno.

Quesiti che meritano attenzioni e risposte onde fugare ogni cattivo pensiero da parte dei nostri concittadini a cui è rivolta l’azione politica che potrebbero pensare, se non adeguatamente informati, che ci sia un nesso ‘esoterico o addirittura filosofico’ tra le varie cose sopra indicate e prive di adeguato riscontro ad oggi.

Quando si affronta con ironia e ‘retropensiero’ l’azione politica di rappresentanti del popolo su questioni di grande rilievo come la sanità, non è consentito a nessuno nascondere, sotto il tappeto, elementi che possono essere utili alla costruzione di un giudizio circa il profilo etico e personale degli attori politici che si affacciano sul proscenio provinciale rappresentando bandiere e simboli di partito che sono addirittura oggi al governo del Paese”.

Fonte: Ottopagine

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