La Giornata Mondiale delle Api è una giornata internazionale che si celebra il 20 maggio di ogni anno. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli impollinatori, sulle minacce che affrontano e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile. Il 20 maggio è stato scelto per la giornata annuale poiché coincide con la data di nascita di Anton Janša (1734-1773), pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia.
Un insetto, l’ape, così nobile da essere adottato come stemma per molte famiglie gentilizie, tra cui i Barberini (sotto, in foto).
A rischio estinzione
Quest’anno il WWF, con la pubblicazione del dossier ‘Il futuro in un volo d’ape: perché salvare gli impollinatori significa salvare noi stessi’, realizzato nell’ambito della campagna Our Future, lancia l’allarme: oltre il 40% degli impollinatori invertebrati rischia l’estinzione a livello globale, mentre in Europa, quasi la metà degli insetti impollinatori è in declino e un terzo è minacciato di estinzione.
Le minacce
Ormai da tempo, tuttavia, stiamo assistendo a una forte diminuzione del numero di colonie di api e delle loro popolazioni. Le cause, ricordano da Ispra, sono principalmente la distruzione degli habitat, l’agricoltura intensiva, gli agenti patogeni e parassiti, le specie aliene invasive come l’acaro varroa (Varroa destructor), il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il piccolo scarabeo dell’alveare (Aethina tumida), i cambiamenti climatici e l’inquinamento da agenti fisici e chimici. “Tra gli agenti chimici ricordiamo l’uso spesso massiccio di pesticidi con prodotti molto tossici sia nelle aree rurali, per proteggere le colture, sia in ambienti urbani per il controllo degli organismi considerati molesti”, precisano dall’Ispra. “Tutti i trattamenti con le diverse classi di pesticidi hanno un effetto dannoso sugli insetti impollinatori, tra cui le api, in particolare estremamente pericolosi sono gli insetticidi”. Secondo i dati pubblicati da Ispra dal 2015 al 2023, infatti, la presenza di pesticidi nei campioni apistici analizzati è rimasta costante, con i piretroidi, i principi attivi più rinvenuti, che segnalano l’impatto negativo dell’uso dei fitosanitari su questi insetti.
Utilità impareggiabile
Gli impollinatori garantiscono la riproduzione di circa il 75% delle colture alimentari e del 90% delle piante da fiore selvatiche. Senza di loro, a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche la nostra alimentazione, la salute pubblica e anche la sicurezza economica. Alcuni alimenti di largo consumo (ad esempio, zucche e zucchine, mele, mandorle, pomodori, fragole o cacao, gli ortggi che fioriscono) dipendono in larga parte dall’impollinazione di questi preziosi insetti. Questo è ciò che si definisce “servizio ecosistemico“, ossia un beneficio che la natura mette a disposizione. Come riporta il dossier del WWF, il valore economico dell’impollinazione è molto più grande di quello derivante dai prodotti diretti dell’apicoltura (per esempio, miele, polline, propoli, ecc…). Valutando una sola colonia di api, si stima una produzione di oltre 1.000 euro in frutti e bacche impollinate, contro i 240 euro ricavati dai prodotti dell’alveare.
Secondo uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives, la tragica riduzione dell’impollinazione sta già contribuendo a circa 500mila morti premature all’anno, a causa della diminuzione di frutta, verdura e frutta secca nella dieta. Uno squilibrio nella disponibilità di cibi sani, ricchi di vitamine e micronutrienti, come quelli garantiti dagli impollinatori, può aumentare l’incidenza di malattie croniche come diabete, tumori e patologie cardiovascolari.
“La crisi degli impollinatori non è un problema che riguarda solo la natura, è una crisi che finisce per colpire direttamente noi: la nostra salute, il nostro benessere, la nostra sicurezza alimentare”, sottolinea Eva Alessi (sopra, in foto), responsabile Sostenibilità del Wwf Italia. “E in un Pianeta – continua – in cui la popolazione è in crescita esponenziale e le risorse naturali sottoposte a un sempre più forte stress, non possiamo permetterlo. È indispensabile un cambio di rotta decisivo che in primis deve essere definito dalle nostre istituzioni: vietare le sostanze chimiche più dannose, aumentare le superfici agricole dedicate alla conservazione della natura, sostenere l’agricoltura biologica e promuovere l’agroecologia”.
In questo preoccupante panorama, l’approvazione della Nature Restoration Law da parte dell’Unione Europea rappresenta un passo fondamentale per invertire la tendenza. Questa legge punta a ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’Ue entro il 2030, inclusi gli habitat agricoli essenziali per gli impollinatori. L’articolo 10 del Regolamento impegna tutti gli Stati membri dell’Unione europea a mettere in atto azioni per fermare il declino degli insetti impollinatori (Apoidei, Sirfidi e Lepidotteri) e rende obbligatoria la realizzazione di un monitoraggio costante per verificare lo stato di conservazione delle diverse popolazioni di insetti.
Per il WWF, “è fondamentale che questa norma venga attuata con ambizione e concretezza, garantendo il recupero ecologico del paesaggio rurale e sostenendo pratiche agricole ‘nature positive’ amiche della biodiversità. Senza interventi strutturali e vincolanti, il declino degli impollinatori continuerà a minacciare il nostro futuro alimentare e ambientale”.
Cosa fare per aiutare le nostre amiche impollinatrici
l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) ha lanciato l’iniziativa “Adotta un apiario” per coinvolgere attivamente cittadini e comunità a sostegno delle api. Il progetto, infatti, prevede una donazione grazie alla quale si può sostenere a distanza uno degli apiari gestiti dall’associazione. “Le api ci insegnano il valore della cooperazione e dell’impegno collettivo e sono le sentinelle della nostra salute e del nostro futuro”, ha riferito l’Enpa. “Oggi più che mai è necessario agire insieme per arrestare il declino degli impollinatori e garantire un futuro sostenibile per tutti.”
Nota: “Se le api scomparissero al pianeta resterebbero 4 anni di vita”
La leggenda attribuisce questa frase a Einstein, ma niente prova che l’abbia davvero detta lui.
Probabilmente è un falso .
Mentre il problema del rischio di estinzione delle api è serissimo.
(Fonti: ADNKronos, Wired)