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La Borsa è la vita

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Il 2023 è da poco terminato e per le società quotate a Piazza Affari è il momento di fare i conti su un anno pieno di sfide ma anche ricco di soddisfazioni, legate soprattutto alle performances di borsa, con il Ftse Mib in cima all’Europa e sui massimi dal lontano 2008. Per avere un panorama preciso sui conti dell’ultimo trimestre del 2023 sarà necessario attendere ancora qualche settimana, indicativamente tra la fine di gennaio e l’inizio del mese di febbraio, ma il focus è già rivolto al nuovo esercizio. Vediamo quindi quali sono i periodi dell’anno in cui vengono pubblicate le trimestrali e proviamo a comprendere perché questi appuntamenti sono particolarmente importanti per gli investitori.

Sul fronte crescita, l’economia dell’eurozona potrebbe incontrare una recessione nella prima metà dell’anno per poi migliorare nella seconda metà, mentre negli Usa le probabilità di un soft landing sono sempre più elevate, grazie ai notevoli consumi resilienti e alla solidità del mercato del lavoro, soprattutto siderurgico e di comparto meccanico industriale classico.

Sono da monitorare le tensioni geopolitiche nelle varie zone del mondo, con due guerre di ampia portata attualmente in corso, soprattutto dal punto di vista degli impatti sulle forniture ed approvvigionamenti. Per il petrolio, in particolare, si prevede un eccesso di offerta, nonostante i tagli decretati dall’Opec+, la cui implementazione è rimasta su base volontaria. Resta il problema Mar Rosso con l’incognita dei ribelli yemenity Houthi, ma americani e inglesi vogliono sbloccare l’impasse marittimo.

 Il rallentamento della crescita, i tassi più elevati e l’inflazione ancora troppo alta nella prima parte del 2023 hanno contribuito a limitare ricavi e utili in diversi settori. Tra le eccezioni all’andamento spiccano senz’altro le banche, i cui margini di interesse e profitti hanno beneficiato ovviamente dei tassi più elevati, anche se un eventuale aumento dei crediti in sofferenza rischia di peggiorare la qualità degli attivi in futuro. Si leva da una parte, si mette da un’altra, è sempre così che si “bilancia”, anche se non obbiettivamente.

Nel 2024 la presa dell’inflazione dovrebbe progressivamente allentarsi e la maggior parte degli analisti prevede una graduale normalizzazione della politica monetaria, con i primi tagli dei tassi da parte delle banche centrali. Più incertezza riguardo alle tempistiche e all’entità di questi interventi, visti i contrasti fra le scommesse “dovish” ( “accomodante”)dei mercati e la cautela dei funzionari.

Staremo a vedere a breve, poco più di un mese per confermare le previsioni degli analisti.

(Per i dati:Borse.it)

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