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Violenza sessuale sulla figlia e nipote minorenni, condannato a 20 anni 40enne a Imperia

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Un 40enne di Imperia è stato condannato in primo grado a 20 anni di carcere per violenza sessuale ai danni della figlia e di una nipote acquisita quando avevano rispettivamente 7 e 11 anni.

Avrebbe violentato la figlia, una nipotina e un’amichetta di quest’ultima, quando erano ancora tutte minorenni. Per questo un 40enne di Imperia è stato condannato in primo grado a 20 anni di carcere.

La decisione è stata presa dal tribunale collegiale di Imperia, che ha condannato l’uomo di 40 anni accusato di violenza sessuale nei confronti della figlia, che all’epoca dei fatti aveva 7 anni, di una nipote acquisita della moglie, che aveva 11 anni, e di una amica di quest’ultima, che ne aveva 12. Aveva fatto tris.

Stando a quanto emerso dalle indagini, pare che sulla nipotina gli abusi siano iniziati molto prima ovvero quando aveva appena sei anni ed era ospite presso la sua casa. L’uomo, insieme alla moglie, a causa delle difficoltà economiche in cui riversava la sua famiglia, aveva trovato ospitalità presso i cognati e la nonna. Nell’abitazione la piccola sarebbe stata costretta a subire e compiere atti sessuali di tutti i tipi. Non solo palpeggiamenti, ma anche tentativi di rapporto sessuale. Cosa che il 40enne avrebbe in seguito fatto anche alla figlia.

Durante la requisitoria il pm Francesca Dentis aveva chiesto una condanna a 8 anni. Si tratta di diversi episodi avvenuti a Imperia e nell’arco di alcuni anni. “Ritengo assolutamente ingiustificata una condanna così pesante – afferma il legale della difesa, Ersilia Ferrante – sia alla luce delle richieste del P.M., che delle considerazioni della difesa. Attendo di leggere le motivazioni della sentenza e ricorrerò in Appello, confidando in un giudizio più appropriato”.

Nei confronti dell’uomo è stata anche disposta una provvisionale di 50mila euro, con risarcimento da concordarsi in sede civile. Inoltre, è stato sottoposto a pene accessorie: oltre alla perdita della patria potestà, è stato imposto il divieto di avvicinarsi a dei minori anche dopo il fine pena.

Restano gli altri gradi di giudizio da tenere in considerazione, ma alla luce di quanto riportato, siamo di fronte a un orribile caso di pedofilia reiterata con malvagia astuzia e sottomissione psicologica estrema. Sarebbe necessario che oltre alla detenzione, il soggetto che si è macchiato di tali crimini venisse seguito da professionisti dello studio della psiche umana per poter “comprendere” le ragioni che lo hanno spinto a una tale morbosa condotta, ma anche il modus operandi( di certo orribile) di cui è stato capace.

Succede sempre sotto le festività di venire a conoscenza di episodi di cronaca davvero orribili.

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