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Guerra Ucraina, Biden al Congresso: «Putin attaccherà la Nato». Ma i repubblicani bloccano gli aiuti

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Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dato un messaggio molto deciso al Congresso. Se terminano gli aiuti all’Ucraina, ha detto ieri sera il capo della Casa Bianca, questo sarà «il più bel regalo» per il presidente russo Vladimir Putin che «non si fermerà» una volta ottenuta la vittoria contro Kiev, e «punterà dritto verso i confini della Nato»( parole sue testuali).

 Un monito veramente duro, che giunge mentre sono in atto durissimi scontri politici a Washington sullo sblocco di ulteriori decine di miliardi di dollari di aiuti alle forze armate ucraine: i Repubblicani al Senato in serata hanno bloccato in un voto procedurale la proposta di legge con gli aiuti chiedendo invece più ingenti misure di controllo al confine col Messico. Ma quello di Biden è anche un messaggio che supera i confini degli Usa e va oltre oceano mentre il capo del Cremlino cerca di infrangere il suo isolamento internazionale e veniva accolto con onore negli Emirati Arabi Uniti e poi in Arabia Saudita, con l’immagine della pattuglia acrobatica di Abu Dhabi a mo’ di Frecce Tricolori che solcava i cieli della capitale dipingendo i colori della bandiera russa( bianca blu e rossa).

Putin ritorna

Dopo l’isolamento cominciato con l’invasione dell’Ucraina del febbraio 2022, il capo del Cremlino sta infatti tentando di uscire gradualmente dall’isolamento mediatico.

Lo sbarco di Putin nel mondo arabo seppur per appena 24 ore, ha confermato l’intento dello zar di riprendersi la scena internazionale. Anche perché sicuro di non essere arrestato: il mandato di cattura della Corte Penale Internazionale non ha valore legale in Arabia Saudita e neppure negli Emirati, dove il trattato internazionale non è riconosciuto. Sembra che gli stati che negano i diritti si trovino bene a braccetto.

Putin, che ancora oggi riceve ambasciatori a decine di metri di distanza «per motivi sanitari» e che teme per l’incolumità e si fa scortare in viaggio da quattro caccia, sembra essere di nuovo interessato a mostrarsi meno isolato, più dinamico( quasi come nelle parodie sul web), e soprattutto di nuovo protagonista nel panorama internazionale. La scelta non è casuale, in quanto Arabia Saudita ed Emirati sono partners di Mosca nel grande mercato dei prezzi dell’energia, essenziali per le casse russe. Ma il rientro in scena di Putin arriva anche quando sono in corso due fenomeni certamente distanti tra loro ma che comunque si intrecciano in una complicata trama geo-politica. Il Medio Oriente è dilaniato dalla guerra di Israele nella Striscia di Gaza, e Putin, che oggi incontra a Mosca anche il presidente iraniano Ebrahim Raisi, ha più volte accusato Washington di essere artefice del caos con i suoi errori strategici e per i suoi interessi economici( come se lui non li avesse).

Sostenere Kiev fino in fondo

La guerra in corso in Ucraina, che nonostante sia meno “appariscente” nell’attenzione mediatica, non solo va avanti ma è adessoun grande punto interrogativo dell’Occidente(Europa e Asia). E’ noto che a Washington si fa largo la prospettiva di una fossilizzazione del conflitto e di un futuro tavolo di negoziati tra invasore e aggredito. E la controffensiva ucraina, ormai ibernata con l’arrivo dell’inverno e con la resistenza attuata dai russi( migliaia sacrificati stupidamente), sembra portare la guerra in una fase di stallo più o meno permanente. Gli osservatori ritengono che la vera arma di Putin non siano ormai i missili né gli uomini, ma il tempo. Più la guerra va avanti con tale ritmo, più questo rende difficile per l’Occidente mantenere in piedi il meccanismo del sostegno militare ed economico pro-Ucraina.

Volodymyr Zelensky in videoconferenza con i leader del G ha ricordato che la speranza russa ora è tutta riposta nella fine del sostegno dell’Occidente a Kiev.

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