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Furbetti del cartellino, 28 misure cautelari a Palermo

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Andavano a fare la spesa o a fare jogging, pur risultando presenti al lavoro. E’ successo a Palermo, dove 28 “furbetti del cartellino”, dipendenti del Comune e di alcune società partecipate, sono finiti nei guai, indagati a vario titolo per truffa a danno di un ente pubblico e falsa attestazione. Per otto sono scattati gli arresti domiciliari, per altri 14 l’obbligo di dimora e di presentazione alla Procura generale, per sei solo quest’ultimo.

I destinatari del provvedimento cautelare sono dipendenti del Comune di Palermo (11), del Co.I.M.E. (tre) e della Re.Se.T. (14), in servizio presso i Cantieri Culturali della Zisa. Tra di loro anche un soggetto indagato per mafia.

Assenteismo e timbrature multiple – Le indagini, attraverso videoriprese, appostamenti, pedinamenti ed esami documentali, hanno fatto emergere numerosi e reiterati episodi di assenteismo perpetrati dai dipendenti infedeli che, dopo aver attestato la propria presenza in servizio, si allontanavano arbitrariamente dal luogo di lavoro per dedicarsi ad attività di natura privata e personale. Molto frequenti erano poi i casi di timbrature multiple da parte di un singolo soggetto per conto di diversi colleghi che in realtà non erano presenti.

Il trucco della rilevazione manuale – In altri casi, invece, veniva fatto illegittimamente ricorso allo strumento straordinario della “rilevazione manuale”, che consente in caso di “dimenticanza” del proprio badge personale, di attestare la propria presenza tramite comunicazione scritta. In questo modo gli indagati pensavano di aggirare la rilevazione automatica, che tuttavia i finanzieri hanno puntualmente ricostruito.

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