Caserta e tre comuni, Aprilia nel Lazio, Badolato e Casbona, in Calabria sciolti per mafia dal Consiglio dei ministri di venerdì, in virtù di «accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa».
I commissari prefettizi saranno nominati a breve, ma nel frattempo vanno tenute presenti le ripercussioni politiche. A Caserta in particolare, dove il Viminale aveva inviato una commissione di accesso ad agosto, dopo le indagini scattate a giugno che avevano portato all’arresto dell’assessore ai lavori pubblici, Massimiliano Marzo, e di tre dirigenti per un giro di appalti, tangenti e scambio di voti (arresti poi annullati dal Tribunale del Riesame).
Per il sindaco dem, Carlo Marino (sopra, in foto), si tratta di «una decisione enorme», rispetto alla quale ha già annunciato di presentare ricorso: «Faremo immediatamente una richiesta di accesso agli atti e, successivamente, impugneremo la decisione dinnanzi al Tar del Lazio, ricordando che si tratta di una procedura di carattere amministrativo. È un atto contro la città e i cittadini casertani tutti, istituzionalmente non rispettoso, che avviene con una tempistica particolare, che una città capoluogo non merita» e ancora:
“Lo scioglimento dell’Amministrazione Comunale di Caserta deciso oggi dal Consiglio dei Ministri è un atto di natura politica”.
Gli altri Comuni : Aprilia, Casabona, Badolato
In quanto agli altri Comuni sciolti dal Cdm, l’ex sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, esponente di centrodestra (Forza Italia), sarà a giudizio immediato il 10 giugno prossimo davanti al Tribunale di Latina, insieme ad altri 18 imputati. Tutti arrestati nell’ambito della maxi inchiesta dei carabinieri sulle infiltrazioni mafiose nell’amministrazione.
Il sindaco di Casabona (Crotone) era invece Francesco Seminario, anche lui di area Pd, arrestato per scambio politico-mafioso nell’ottobre del 2024.
Situazione simile a Badolato( Catanzaro), dove il primo cittadino, Giuseppe Nicola Parretta, era finito in manette a gennaio per vicende di ‘ndrangheta, assieme al vicesindaco e al presidente del Consiglio comunale. Dopo le indagini e gli arresti, le due amministrazioni Calabre erano rette da commissari.
“Il fatto non stupisce affatto: si tratta dell’ennesima conferma che il sistema del Pd si sta sgretolando in Campania”. Così in una nota il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa, capogruppo in commissione Antimafia a Palazzo Madama e responsabile dipartimento Antimafia del partito.
Continua l’attività di indagine della D.I.A. (Dipartimento Investigazione Antimafia) sui territori interessati.
(Fonti: Avvenire, ADNKronos)