Morte amara in zuccherificio (perdonatemi l’ironia del titolo)

Si indaga per capire in che modo e perché il braccio di Vincenzo Valente, 46 anni, sia rimasto bloccato nel nastro trasportatore sul quale stava facendo manutenzione. Anche il padre morì sul lavoro 9 anni prima. Destino beffardo e crudele.

Si chiamava Vincenzo Valente il 46enne operaio di Latiano morto di notte a Brindisi inseguito ad un incidente sul lavoro all’interno di uno zuccherificio. La procura di Brindisi ha aperto un’inchiesta ed è stato disposto il sequestro preventivo del nastro 6, l’impianto dove l’uomo è deceduto. Le indagini sono condotte dalla polizia. Valente, che lavorava per conto di una ditta esterna, era impegnato in attività di manutenzione sul nastro. La salma si trova ora all’obitorio dell’ospedale Perrino di Brindisi.

La Città di Brindisi esprime vicinanza alla famiglia di Vincenzo Valente e all’intera comunità latianese“. Così l’amministrazione comunale di Brindisi, in una nota, in riferimento alla morte dell’operaio. Valente viveva a Latiano. “È il momento del dolore e della solidarietà, ma la contraddizione tra il gesto nobile del lavoro e la perdita della vita, è sempre più presente“, conclude la nota.

Purtroppo, come ho scritto nel titolo, è una morte amara. Sempre.

Andiamo sulla luna ma per poter campare dobbiamo rischiare la vita. Assurdo.

Da Nicola Gallo

Partenopeo, diploma di Maturità Classica (Lic.Stat. G.B.Vico), Laurea in Scienze Politiche conseguita presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Frequentazione parziale di Belle Arti. "Per aspera ad Astra, ad Astra ad Infinitum". Informare è un dovere, è un diritto. Informare ed essere informati, per il bene di tutti.

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