Home Cronaca Vedrai sarà più bello con un chip dentro il cervello

Vedrai sarà più bello con un chip dentro il cervello

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Si comincia. Padre Benanti si starà sfregando le mani.

E’ stato impiantato nel cervello di un uomo il primo chip di Neuralink, start-up statunitense nata in California nel 2016 specializzata nella ricerca e nello sviluppo di interfacce neurali impiantabili, tecnicamente note come interfacce cervello-computer (BCI) o cervello-macchina. Tra i fondatori figura anche il magnate plurimiliardario sudafricano naturalizzato canadese( ma con affari America, per lo più, e anche in Germania, ora) Elon Musk, “padre” fondatore di altre aziende di successo come Tesla e SpaceX. È stato proprio l’uomo più ricco del mondo a comunicare con un “cinguettio” (tweet)sulla piattaforma digitale X – ex Twitter – che il paziente, dopo l’intervento, si sta “riprendendo bene”. Altro dettaglio interessante indicato da Musk è il “rilevamento di picchi neuronali” dopo l’impianto del chip, il cui primo nome commerciale sarà Telepathy. Si tratta dell’attività delle cellule nervose, che indica lo scambio di informazioni – segnali biochimici ed elettrici – tra il cervello e il resto dell’organismo. Il chip avrebbe iniziato subito a mettersi “in moto”..

Scopo di Neuralink è infatti creare interfacce cervello-computer che consentano a persone con paralisi e malattie di tipo neurodegenerativo di poter controllare dispositivi elettronici – come smartphone e computer –tramite il pensiero, migliorando la loro qualità della vita. Saranno possibili miglioramenti nella deambulazione e nella vista . Non solo. La missione prefissata dall’azienda è “creare un’interfaccia cerebrale generalizzata per ripristinare l’autonomia di coloro che oggi hanno bisogni medici insoddisfatti e sbloccare il potenziale umano domani”. Prossimamente questi chip potrebbero essere utilizzati per potenziare le capacità intellettive e mnemoniche umane, come avviene in molte pellicole (e altri media, o videogames) di fantascienza con trama narrativa distopica. Ciò potrebbe essere connesso con gli impressionanti balzi avanti compiuti dall’intelligenza artificiale nell’ultimo periodo, con risvolti a dir poco inquietanti. Spero che Padre Benanti stia leggendo, o come minimo abbia appreso questa notizia.

L’impatto che un chip come Telepathy potrebbe avere sulla vita di moltissime persone affette da importanti disabilità è polifunzionale. Non si sa ancora nulla del paziente coinvolto nel recente intervento chirurgico-hardware citato da Musk, ma a settembre 2023 Neuralink aveva aperto una lista d’attesa per coinvolgere oltre 20.000 persone nella sperimentazione (entro il 2030). Lo scopo è trattare i primi 11 pazienti nella fase iniziale della ricerca, che servirà anche a verificare la sicurezza e l’efficacia del robot chirurgico impiegato per impiantare il chip (l’operazione intracranica dura alcune ore, molto difficile e complessa). In base a quanto indicato da Bloomberg, il paziente “ideale” per l’impianto del chip di Neuralink è una persona giovane – con meno di 40 anni – e tetraplegica, cioè con paralisi alle gambe e alle braccia. È verosimile immaginare che nei prossimi giorni o settimane vengano rilasciate informazioni aggiuntive sulle condizioni e sui potenziali progressi del paziente.

La start-up nel maggio 2023 aveva ottenuto l’approvazione per la sperimentazione clinica (ossia i test sull’uomo) dalla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale americana deputata alla regolamentazioni di farmaci, prodotti alimentari e terapie / dispositivi medici sperimentali, come per l’appunto il chip “Telepathy”. Il via libera non era sicuro all’inizio, dopo le asprissime polemiche emerse durante i test pre-clinici, cioè la sperimentazione sugli animali. Le scimmie sottoposte all’inserimento dell’interfaccia wireless intracranica sarebbero state sottoposte a vere e proprie torture, sviluppando anche edema cerebrale, convulsioni e altre problematiche che hanno giustamente fatto sollevare le associazioni animaliste contro l’azienda di Elon Musk. Neuralink, inoltre, ha avuto anche problemi con la legge. Come indicato dalla agenzia informativa Reuters, infatti, avrebbe violato le regole del Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti sulla circolazione di materiali pericolosi (come ad esempio lo xilene).

Tuttavia la startup è andata avanti, e ha appena potuto inaugurare la sperimentazione sull’essere umano. Non sono ancora evidenti i potenziali risvolti di questa tecnologia, ma è chiaro che le interfacce cervello-computer rappresentano una speranza per molti pazienti, considerando anche i risultati ottenuti da dispositivi simili a Telepathy. Per esempio, nel 2022 un uomo completamente paralizzato a causa della SLA /sclerosi laterale amniotropica) è riuscito per la prima volta a comunicare con il pensiero, lasciando una toccante dedica al proprio figlio: “Amo il mio fantastico figlio”, fu la prima frase riportata dal 36enne. Ma la tecnologia può avere anche impieghi più oscuri, tenendo presente che la si vorrebbe e potrebbe utilizzare per creare donne e uomini bionici con capacità superiori.

E’ questo che mi spaventa. E dovrebbe spaventare anche voi. Riflettete bene su quanto vi scrivo. Già con la meccanizzazione e la “catena di montaggio” robotizzata sono stati persi molti posti di lavoro, se sarà possibili “rimpiazzare” l’attività umana con quella artificiale, o faranno. Certamente potrebbe essere un vantaggio risolvere molte problematiche mediche, ma ci sarà di sicuro chi utilizzerà l’AI e la neuroscienza informatizzata per scopi orribili.

Hackerare il pensiero umano, è il sogno oscuro di chi vorrebbe dominarci. Renderci schiavi, obbligati veramente in una “matrix”. E per giunta wireless!

Vi ripeto la frase di William Burroughs: “La fantascienza ha la cattiva abitudine di diventare realtà”.

Per ora, l’uso medico del chip ricorda il film “Anatomie” con l’attrice italo tedesca Franka Potente. Ma domani?

Ci rimpiazzeranno parti anatomiche o cerebrali come in Jonnhy Mnemonic?

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