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Michael Schumacher, l’ultimo tentativo per la complessa riabilitazione: in auto per stimolare il cervello con i suoni più familiari

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Il fratello: «Fatto molto grazie alle moderne possibilità mediche, ma ancora niente è come prima».

Sono passati 10 lunghissimi anni. Ci si chiede quali sono le condizioni di salute del mito della Formula Uno, colui che ha collezionato sette titoli mondiali di cui 4 consecutivi con la Ferrari, stroncato da un banale incidente sciistico sulle piste delle Alpi francesi, Michael Schumacher.

Ogni anno, come un rito, tra l’anniversario dell’incidente sugli sci del 29 dicembre e il suo compleanno il 3 gennaio, si torna a parlare delle condizioni fisiche dell’ex campione del mondo. Tra speranze e “wishful thinking”( pensieri di desiderio). Secondo il giornale “Bild” l’ex pilota è stato portato in un’auto della Mercedes per stimolare il cervello e riprodurre le esperienze sonore del passato. L’ultimo tentativo in ordine di tempo. «Mi manca il mio Michael di allora», ha dichiarato il fratello Ralf Schumacher qualche giorno fa allo stesso quotidiano tedesco. «La vita a volte è ingiusta. Michael è stato spesso fortunato nella sua vita, ma poi è arrivato questo tragico incidente. Grazie al cielo siamo riusciti a fare molto grazie alle moderne possibilità mediche, ma ancora niente è come prima», ha detto il 48enne anche lui pilota.

Quel giorno del dicembre 2013 la neve non era perfetta sulle piste di Meribel, si era lamentato il campione del mondo con sua moglie Corinna. Michael stava meditando di andare a Dubai e lanciarsi con il paracadute come amava fare. Ma alla fine era rimasto. Così vuole la leggenda. Tutto il resto è storia: l’incidente nel fuori pista, la caduta, l’elmetto protettivo che non regge l’impatto, rompendosi, poi il trauma cranico, il trasporto d’urgenza alla clinica universitaria di Grenoble, il coma indotto, l’assedio dei cronisti della stampa. C’è chi ricorda come un giornalista si sia travestito da prete pur di strappare alla famiglia e al personale medico qualche indiscrezione.

E’ stata una tragedia assurda, proprio per Micheal, simpaticone campione che aveva imparato un italiano teutonico e che aveva quel sorriso, che io ricordo, da cinema. Il destino è beffardo, perché non ha fatto la fine di tanti colleghi sfrecciando ai limiti del boom sonico sulle piste di tutto il mondo, ma è bastato un trauma sugli sci per ucciderlo dentro.

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