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Omicidio Matarazzo, “la pistola che ha ucciso è la 357 Magnum” di Massaro

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Depositata la perizia disposta dalla Corte di assise nel processo per il delitto del 2018

La pistola che la sera del 19 luglio del 2018 ha ucciso Giuseppe Matarazzo, il 45enne pastore di Frasso Telesino, dinanzi alla sua abitazione alla contrada Selva, è la 357 Magnum detenuta legalmente, e custodita nella cassaforte di casa, da Giuseppe Massaro, 57 anni, di Sant’Agata dei Goti. E’ la conclusione alla quale è giunto il commissario di polizia Gaetano Rizza, in servizio presso la Scientifica della Questura di Ancona, che ha curato la perizia che il 5 maggio gli era stata affidata dalla Corte di assise, dinanzi alla quale è in corso il processo a carico, oltre che di Massaro (avvocati Angelo Leone e Mario Palmieri), di Generoso Nasta (avvocati Orlando Sgambati e Angelo Raucci) , 32 anni, di San Felice a Cancello.

La perizia, ora a disposizione della parti in vista dell’udienza di mercoledì prossimo, era stata decisa il 28 aprile, in avvio di un appuntamento in aula che doveva essere riservato alle ultime due arringhe, quelle degli avvocati Palmieri e Raucci. Avevano infatti già discusso il pm Francesco Sansobrino, che aveva chiesto l’ergastolo per i due imputati, i legali delle parti civili ( i familiari della vittima) – gli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia- e gli avvocati Angelo Leone e Sgambati, che avevano insistito per l’assoluzione dei loro assistiti.

La scelta della Corte, che la difesa di Massaro aveva sollecitato in precedenza, era stata adottata per superare le opposte valutazioni dei consulenti dell’accusa, Giuseppe Cristofaro, e di Massaro, Alberto Panza e Felice Nunziata. Da qui la decisione di procedere alla comparazione tra i proiettili repertati – uno era stato rinvenuto nel sedile della Golf di Matarazzo, l’altro conficcato in una fioriera- e la 357 Magnum di di Massaro. Operazioni per le quali le parti civili avevano nominato Franco Capaldo come loro specialista.

Nella stessa occasione la Corte aveva sospeso fino alla sentenza di primo grado, per evitare il rischio decadenza, i termini di custodia cautelare per i due imputati, in carcere dal 28 dicembre del 2018, quando erano stati arrestati dai carabinieri.

Massaro è accusato di aver fornito l’arma e la macchina: una Croma che avrebbe guidato Generoso Nasta. Come più volte ricordato, un mese prima di essere ucciso, Matarazzo aveva terminato di scontare una condanna a 11 anni e 6 mesi perchè riconosciuto responsabile di abusi sessuali ai danni della 15enne che il 6 gennaio del 2008 si era tolta la vita impiccandosi ad un albero. Una vicenda terribile sullo sfondo, dunque, di un omicidio che avrebbe come movente la vendetta, rispetto al quale mancano ancora il mandante ed il killer.

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