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“Truffa invalidità”, in casa 27mila euro e curriculum per assunzioni

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Benevento

Gli hanno sequestrato 27mila euro, una somma che rappresenta la metà di quella che avrebbe percepito indebitamente come invalido. Un provvedimento adottato in una indagine che ipotizza una truffa ai danni dell’Inps, e anche altro, che questa mattina è stato discusso dinanzi al riesame. La parola passa ora al Tribunale, che dovrà decidere se accogliere o meno il ricorso presentato dagli avvocati Vincenzo Sguera e Salvatore Ferri per un 72enne di Telese Terme.

Due settimane fa ha ricevuto la visita dei carabinieri della sezione di pg presso la Procura, che hanno portato via il denaro contante che l’uomo custodiva in casa ed una serie di documenti relativi ai curriculum di persone appartenenti alla pubblica amministrazione o aspiranti a cariche o assunzioni. Materiale che potrebbe suffragare l’ipotesi di reato di millantato credito.

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo era stato definito invalido al 100% nel 2013 dopo una sentenza del giudice del lavoro, al quale si era rivolto dopo il no dell’Inps. Per otto anni, dunque, ha intascato anche l’indennità di accompagnamento, che non gli è più stata riconosciuta quest’anno dopo una visita di verifica alla quale è stato sottoposto, al termine della quale gli è stata assegnata una percentuale di invalidità inferiore a quella iniziale: una differenza che ha comportato l’eliminazione del contributo per l’accompagnamento, di cui è stato disposto il sequestro per l’importo complessivo incassato: circa 54mila euro.

Si tratta della seconda inchiesta che interessa Telese Terme, dove qualche settimana fa alla ribalta della cronaca era rimbalzato un medico al quale erano stati sequestrati gli studi nella cittadina Termale e a Paupisi perchè avrebbe continuato, non vaccinato, ad esercitare l’attività professionale nonostante fosse consapevole di essere positivo al Coronavirus.

Il sequestro, scattato in una indagine che, avviata nel 2020, aveva subito una accelerazione sulla scorta di alcune intercettazioni telefoniche, era stato convalidato dal gip Vincenzo Landolfi, che l’aveva però adottato non per l’addebito di epidemia, della diffusione del virus, ma solo per le violazioni delle prescrizioni circa le modalità della gestione della positività al Coronavirus.

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