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BRUSCA, LIBERO: MARIA FALCONE “QUESTA E’ LA LEGGE CHE PERALTRO HA VOLUTO MIO FRATELLO, QUINDI VA RISPETTATA.”

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Giovanni Brusca torna libero.

La sua pena dopo 25 anni è finita.

Dopo aver raso al suolo le massime espressioni della giustizia in Italia, Brusca è libero.

Per chi non ne conoscesse il curriculum, di seguito:

1)fedelissimo del boss Totò Riina, poco dopo collaboratore di giustizia, solo nel momento in cui vide finita la cupola di Cosa Nostra;

2)uomo fondamentale per la riuscita della strage di Capaci, dove persero la vita il giudice Falcone, sua moglie il giudice Morvillo, e i ragazzi della scorta;

Capaci

3)assassino del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido perchè figlio di un pentito.

Queste le sue esperienze “curriculari” più note.

Oggi Brusca, ha 64 anni, lascia Rebibbia con 45 giorni di anticipo rispetto alla scadenza della condanna, è un uomo libero seppur sottoposto a controlli e protezione, in qualità di collaboratore di giustizia.

Brusca, ex braccio destro di Riina

Il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, si esprime netto e chiaro a riguardo: “Se Brusca esce e’ perche’ esiste una legge che e’ stata voluta da Falcone. Ma le leggi vanno comunque applicate dai magistrati. Brusca ha usufruito di 80 permessi premio, e soprattutto all’inizio cerco’ di depistare, non di collaborare”. Incalza :“Brusca ha 64 anni, si puo’ essere particolarmente efficaci, vigili e dinamici a quel eta’ nell’Italia di oggi. A novembre potremmo avere la stessa situazione con la scarcerazione dei fratelli Graviano”.

La politica, tutta, si espressa a riguardo: il leader della Lega Matteo Salvini, ha sottolineato quanto questa scarcerazione ledesse i principi cardine della giustizia, perchè un uomo così non può essere rimesso in libertà, il segretario del PD,Enrico Letta, ha parlato di “pugno allo stomaco”, anche se ha subito sottolineato e riportato le parole di Maria Falcone, sorella del giudice, che evidenzia che attraverso questa legge istituita dal fratello tante organizzazioni criminali sono state sgominate, i collaboratori di giustizia, in gergo “i pentiti”, sono stati necessari per mettere in scacco Cosa Nostra,e allora se questa è legge, va sì rispettata,ma conclude Letta :”Oggettivamente l’evento, è un pugno allo stomaco.”

Il Presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, rimettendosi completamente al sistema premiale per i mafiosi che collaborano in carcere, afferma che debba esistere e che sia necessario affidarsi a questo genere di metodo, perchè senza di esso sarebbe impossibile capire a pieno il modus operandi mafioso.

Ebbene, veniamo a noi.

Se esiste una giustizia divina, Brusca pagherà anche ciò che non ha pagato in carcere.

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