Giovanni Brusca torna libero.
La sua pena dopo 25 anni è finita.
Dopo aver raso al suolo le massime espressioni della giustizia in Italia, Brusca è libero.
Per chi non ne conoscesse il curriculum, di seguito:
1)fedelissimo del boss Totò Riina, poco dopo collaboratore di giustizia, solo nel momento in cui vide finita la cupola di Cosa Nostra;
2)uomo fondamentale per la riuscita della strage di Capaci, dove persero la vita il giudice Falcone, sua moglie il giudice Morvillo, e i ragazzi della scorta;
![](https://www.aslimitaly.it/wp-content/uploads/2021/06/capaci.jpeg)
3)assassino del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido perchè figlio di un pentito.
![](https://www.aslimitaly.it/wp-content/uploads/2021/06/di-matteo2.jpg)
Queste le sue esperienze “curriculari” più note.
Oggi Brusca, ha 64 anni, lascia Rebibbia con 45 giorni di anticipo rispetto alla scadenza della condanna, è un uomo libero seppur sottoposto a controlli e protezione, in qualità di collaboratore di giustizia.
![](https://www.aslimitaly.it/wp-content/uploads/2021/06/giovanni-brusca.jpg)
Il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, si esprime netto e chiaro a riguardo: “Se Brusca esce e’ perche’ esiste una legge che e’ stata voluta da Falcone. Ma le leggi vanno comunque applicate dai magistrati. Brusca ha usufruito di 80 permessi premio, e soprattutto all’inizio cerco’ di depistare, non di collaborare”. Incalza :“Brusca ha 64 anni, si puo’ essere particolarmente efficaci, vigili e dinamici a quel eta’ nell’Italia di oggi. A novembre potremmo avere la stessa situazione con la scarcerazione dei fratelli Graviano”.
La politica, tutta, si espressa a riguardo: il leader della Lega Matteo Salvini, ha sottolineato quanto questa scarcerazione ledesse i principi cardine della giustizia, perchè un uomo così non può essere rimesso in libertà, il segretario del PD,Enrico Letta, ha parlato di “pugno allo stomaco”, anche se ha subito sottolineato e riportato le parole di Maria Falcone, sorella del giudice, che evidenzia che attraverso questa legge istituita dal fratello tante organizzazioni criminali sono state sgominate, i collaboratori di giustizia, in gergo “i pentiti”, sono stati necessari per mettere in scacco Cosa Nostra,e allora se questa è legge, va sì rispettata,ma conclude Letta :”Oggettivamente l’evento, è un pugno allo stomaco.”
Il Presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, rimettendosi completamente al sistema premiale per i mafiosi che collaborano in carcere, afferma che debba esistere e che sia necessario affidarsi a questo genere di metodo, perchè senza di esso sarebbe impossibile capire a pieno il modus operandi mafioso.
Ebbene, veniamo a noi.
Se esiste una giustizia divina, Brusca pagherà anche ciò che non ha pagato in carcere.