Anziano 91enne spara alla moglie ricoverata in ospedale per poi suicidarsi

Giuseppe Rizzotti e la moglie 86enne Anna Adele Castoldi, milanesi, dopo la pensione erano andati ad abitare a Cuasso al Monte con i due figli. Tra loro mai un litigio.

E’ entrato in ospedale ad Angera (Varese) armato di una pistola nascosta addosso e ha sparato alla moglie, che era ricoverata nella struttura, uccidendola. Quindi ha rivolto l’arma verso se stesso facendo fuoco e ammazzandosi.

Giuseppe Rizzotti, 91 anni, ha parcheggiato tranquillamente la sua Golf Plus nel piazzale di fronte all’ospedale di Angera. Poi è salito al secondo piano, ha consegnato una busta agli infermieri per ringraziarli delle premure nei confronti della moglie. Con in mano un mazzo di fiori freschi è entrato nella camera dalla consorte, Anna Adele Castoldi, 86 anni: si è seduto sulla sedia accanto al letto, ha estratto una pistola calibro 22 e le ha sparato dritto alla testa, per rivolgere poi l’arma contro se stesso. 

Due soli spari, ma esplosi a bruciapelo, fatali. I primi infermieri accorsi, insospettiti dal forte rumore, appena aperta la porta della camera hanno trovato i due corpi: la donna sdraiata, l’uomo era fra il letto e un tavolino. Rapido l’arrivo dei carabinieri della Stazione di Angera, poi i militari del nucleo investigativo di Varese. Effettuati primi rilievi nella stanza: distanza di sparo, traiettorie dei proiettili e iniziale riconoscimento ufficiale dell’uomo, dal momento che la sola paziente era registrata dal ricovero. L’arma sequestrata è probabilmente una vecchia pistola illegalmente detenuta: non risulta che Rizzotti avesse il porto d’armi per uso sportivo, nemmeno per difesa personale.

Fatta eccezione per la busta di ringraziamento ai dipendenti che precedeva le imminenti dimissioni della moglie, Rizzotti non avrebbe lasciato nulla di scritto, anche se i carabinieri del maggiore Pierpaolo Convertino, coordinati dal procuratore Antonio Gustapane, hanno effettuato perquisizioni nella residenza degli anziani, oltre ad aver sentito i parenti, e tutto il personale sanitario dei reparti interessati dal fatto. Nessuno screzio, nessuna discussione in queste settimane di ricovero della donna, che veniva visitata anche dai figli. 

«Sconosciute allo stato le cause che hanno portato a compiere un così tragico gesto, sebbene non si possa ragionevolmente escludere che la condotta dell’uomo sia stata indotta dallo sconforto per lo stato di salute dell’anziana compagna di vita», spiegano dalla Procura.

«Il cuore della nostra comunità è ancora ferito da un fatto identico avvenuto con analoghe modalità nell’ottobre 2023. Oggi ci troviamo davanti allo stesso dolore. E oggi come allora non si è trattato di un dramma della solitudine, marito e moglie vivevano con i figli che li accudivano. Credo che tutti dobbiamo interrogarci, oggi noi ci impegniamo per i giovani, per il lavoro, per chi è produttivo. Va benissimo ma credo che fatti così tragici come questi meritino una riflessione», ha dichiarato la sindaca di Cuasso al Monte Eleonora Bonora.

Un femminicidio-suicidio della terza età che lascia spaesati per la sua modalità, forse dettato dalla disperazione.

 

 

(Fonti: ANSA, Corriere della Sera)

Da Nicola Gallo

Partenopeo, diploma di Maturità Classica (Lic.Stat. G.B.Vico), Laurea in Scienze Politiche conseguita presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Frequentazione parziale di Belle Arti. "Per aspera ad Astra, ad Astra ad Infinitum". Informare è un dovere, è un diritto. Informare ed essere informati, per il bene di tutti.