Dal 2007, anno della sua istituzione, il 9 giugno ricorre la Giornata Internazionale degli Archivi. La data fa riferimento al 9 giugno 1948, quando venne istituito l’ICA (International Council of Archives), sotto l’egida dell’UNESCO. Il 2023 ne segna dunque il 75° anniversario. In occasione della Settimana degli Archivi sono state organizzate diverse attività.
L’UNESCO riconosce da sempre l’importanza degli archivi per la costruzione di un mondo migliore, come evidenziato dai suoi programmi per lo sviluppo archivistico, a livello nazionale e locale, focalizzandosi sull’impatto delle nuove tecnologie e su programmi per la creazione e diffusione di informazioni. Un esempio importante è il Programma Memory of the World, nel cui Registro Internazionale l’Italia ha aggiunto due recenti iscrizioni: l’”Archivio Processuale del Disastro della Diga del Vajont” e Il “Fondo Apodissario degli Antichi Banchi Pubblici Napoletani (1573-1809)”.
L’Archivio di Stato
L’Archivio di Stato, nel nostro Paese, ha la competenza della conservazione e sorveglianza del patrimonio archivistico e documentario di proprietà della Repubblica Italiana, in un luogo con accessibilità alla pubblica e gratuita consultazione. In Italia sono 101 gli Archivi di Stato, amministrati dalla Direzione Generale Archivi.
Uno dei primi archivi di Stato, è quello di Torino, approvato nel 1871, che garantisce per la prima volta a chiunque ne faccia richiesta il libero accesso alla documentazione.
A Roma, poi, nella Città del Vaticano è presente l’Archivio Apostolico Vaticano che copre un arco cronologico di circa dodici secoli (secoli VIII-XX) e documenta la presenza e l’azione della Chiesa cattolica nel mondo intero; è costituito da oltre 600 fondi archivistici e si estende per 85 km lineari di scaffalature, collocate, fra l’altro, nel bunker, un locale su due piani, ricavato nel sottosuolo del Cortile della Pigna dei Musei Vaticani. La sua precedente denominazione “Archivio segreto vaticano” ha fatto nascere alla leggenda nera, ripresa in romanzi e film, di sconvolgenti segreti in esso conservati. L’aggettivo latino Secretum in realtà stava a indicare che era un archivio “privato” del Papa.
E’ aperto agli studiosi di tutto il mondo, così come lo sono l’Archivio storico della Segreteria di Stato-Sezione per i rapporti con gli Stati (il ministero degli esteri della Santa Sede) e persino l’Archivio del Dicastero per la Dottrina della Fede, l’ex potentissima e temuta Congregazione del Sant’Uffizio.
L’archivio domestico
Dette anche “scartoffie” i documenti casalinghi hanno una grande importanza nella nostra vita, ma soprattutto occupano un posto rilevante.
La buona organizzazione di un archivio di famiglia non è utile solo alla conservazione, ma soprattutto per avere la possibilità di recuperare un particolare documento nel momento in cui ci serve, con poca fatica e in pochissimo tempo.
Anche nella nostra gestione quotidiana bisogna trovare il posto giusto per depositare la posta in arrivo e le carte che arrivano in casa, in modo che non vadano disperse. E quelle vecchie, possibilmente raggrupparle in alcuni raccoglitori.
Infine, quello che è molto importante è che ogni cartellina, busta o raccoglitore abbia una etichetta che indichi in modo chiaro il contenuto o la categoria.
Umberto Eco (sopra, in foto), già verso la fine del secolo scorso, metteva in guardia sul rischio di perdere la “memoria” nel continuo passaggio da un sistema di “immagazzinamento” dati all’altro, come dal floppy disk al compact disc alle memorie flash USB. L’illustre professore, autore di innumerevoli testi, temeva, così come era capitato nei secoli passati con i monaci amanuensi, la possibilità di palinsesti che coprissero l’informazione iniziale. In un mondo dominato dall’informazione persino le fake news meritano di essere salvate affinché non si cada in future “bufale”.
Nel mio scritto all’esame di maturità classica terminai così:
“L’uomo è figlio del suo passato…”.
Sic et simpliciter.
(Fonti: Unesco, ilnuovoterraglio.it, interris.it)