Giovanni Brusca, “il boia di Capaci” ha scontato la pena, ha collaborato: ora è libero

Fu lui ad azionario il pulsante che fece saltare in aria il giudice Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e l’intera scorta; fece sciogliere nell’acido, dopo strangolamento, il figlio di un “pentito”. Queste le sue azioni più conosciute, ma dietro di lui tanti, tantissimi omicidi.

Ora Giovanni Brusca è libero. E’ la Legge a permetterlo.

A fine maggio sono trascorsi i 4 anni di libertà vigilata impostigli dalla magistratura di sorveglianza, ultimo debito con la giustizia del boss di San Giuseppe Jato che si è macchiato di decine di omicidi e che , dopo l’arresto e dopo un primo falso pentimento, decise di collaborare con la giustizia.

In tutto ha scontato 25 anni di carcere: roventi polemiche seguirono la sua scarcerazione e la decisione di sottoporlo alla libertà vigilata. Brusca continuerà a vivere lontano dalla Sicilia sotto falsa identità e resterà sottoposto al programma di protezione.

Molti giustamente si indigneranno, e in effetti è più che naturale definire un uomo di questa specie come “mostro”, ma la Legge, e in questo caso fu Falcone stesso a ispirarla per combattere la mafia, va rispettata.

Lo “scannacristiani”, come era definito nell’ambiente, è libero.

Perdonatemi la citazione classica, ma mai come adesso è il caso di dire:

DURA LEX SED LEX.

 

 

 

(Fonti: ANSA, ADNKronos, La Stampa)

Da Nicola Gallo

Partenopeo, diploma di Maturità Classica (Lic.Stat. G.B.Vico), Laurea in Scienze Politiche conseguita presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Frequentazione parziale di Belle Arti. "Per aspera ad Astra, ad Astra ad Infinitum". Informare è un dovere, è un diritto. Informare ed essere informati, per il bene di tutti.