Domani la Commissione giuridica del Parlamento Europeo dovrà affrontare il caso di Ilaria Salis, la maestra milanese che nel 2023 è finita in carcere in Ungheria con l’accusa di lesioni gravi ai danni di due attivisti di estrema destra. Dopo la sua elezioni al parlamento di Strasburgo nelle file di Alleanza Verdi e Sinistra, la Salis ha ottenuto la libertà (era in quel momento ai domiciliari nella capitale ungherese). In seguito il Tribunale ha richiesto la revoca dell’immunità parlamentare. Domani, dunque, la Commissione giuridica di Bruxelles discuterà il suo caso nel corso della sessione a porte chiuse dedicata proprio alla revoca delle immunità parlamentari.
La Commissione giuridica non dovrà votare la richiesta di revoca (che spetterà poi all’Aula), ma discutere soprattutto su due temi. Il primo riguarda il reato. È stato commesso dalla Salis prima della sua elezione al parlamento di Strasburgo. I fatti risalgono al febbraio del 2023 nella capitale ungherese, durante uno scontro tra antagonisti e neonazisti nel corso del cosiddetto «Giorno dell’onore», quando le formazioni di estrema destra si riuniscono a Budapest per ricordare il tentativo (fallito) della Wehrmacht di fermare l’entrata in città delle truppe sovietiche.
La Salis è stata arrestata subito dopo i fatti ed accusata di lesioni gravi ai danni di due manifestanti. La stessa maestra milanese ha rifiutato il rito abbreviato del processo e il patteggiamento a 11 anni di carcere. Dopo quindici mesi passati in custodia cautelare le sono stati concessi nel maggio del 2024 i domiciliari nella capitale ungherese. Per l’accusa di lesioni gravi la Salis rischia una pena alta: fino a 20 anni di carcere. L’altro tema sul quale la commissione è chiamata ha discutere riguarda le garanzie di trasparenza e terzietà che il Tribunale di Budapest deve offrire. Il punto è sui diritti dell’imputato per un giusto processo. Al tempo del suo arresto, infatti, furono avanzati molti dubbi sul rispetto dei diritti umani. Hanno fatto molto discutere, d’altro canto, le immagini della Salis tradotta in aula con le catene alle caviglie e ai polsi durante le prime fasi processuali.
Poco più di un mese dopo aver ottenuto i domiciliare la Salis è stata eletta nell’Europarlamento con 165mila voti di preferenza nella lista di Alleanza Verdi e Sinistra. Stessa lista che ha visto eleggere anche Mimmo Lucano.
Le sue prime parole da eurodeputata sono state ovviamente di felicità e gioia: «Non riesco ancora a crederci né a descrivere la mia emozione. Non potrò mai ringraziare abbastanza tutte le persone che mi hanno sostenuto. Il mio primo pensiero va a tutte le persone detenute in Italia e all’estero e ai loro diritti. A chiunque combatte per la libertà e l’uguaglianza e si trova a subire ingiustizie».
Nel corso del suo primo anno di da eurodeputata Ilaria Salis ha sorpreso ( e non poco) i suoi stessi compagni di partito con dichiarazioni (che più di uno definirebbe assurde) a favore delle occupazioni abusive o addirittura sulla maggioranza di stranieri presenti nelle carceri italiane, a suo dire frutto di razzismo.
E nel frattempo ha pure scritto un libro sull’esperienza carceraria.
Cosa accadrà? La Salis tornerà in Ungheria con Orban ad aspettarla a braccia aperte?
Lo sapremo prossimamente. Di sicuro adesso non se la sta passando bene.
(Fonte: Il Giornale)