Ogni 9 maggio, l’Italia celebra la *Giornata della Memoria per le Vittime del Terrorismo, delle stragi e della mafia*, un evento solenne dedicato a ricordare chi ha sacrificato la vita per la giustizia, la libertà e la difesa delle istituzioni democratiche.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha deposto una corona di fiori in Via Caetani dove il 9 maggio 1978 venne ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa il corpo senza vita dell’Onorevole Aldo Moro, Statista e Presidente della Democrazia cristiana, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse.
Alla Camera dei deputati si è svolta la cerimonia di celebrazione del Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i presidenti delle Camere Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Oltre alle vittime “civili” sono 63 i caduti della Polizia che sono deceduti per proteggere una giovane Repubblica italiana dai ripetuti attacchi di terroristi di diversa matrice politica. Tragicamente, il principio e la fine delle uccisioni degli anni del terrorismo coincidono con la morte di due poliziotti. Antonio Annarumma aveva soltanto 22 anni quando, nel 1969 a Milano, fu ucciso brutalmente durante una manifestazione di piazza. L’epilogo doloroso di questa scia di sangue invece, è del 2003 e porta il nome di Emanuele Petri, assassinato da esponenti delle Nuove brigate rosse a bordo di un treno regionale in Toscana. Numerosi, infine, sono stati i poliziotti, che per difendere i valori fondanti di democrazia e libertà, sono stati gravemente feriti a cavallo tra gli anni ’70 e ’90 e che sono stati riconosciuti “vittime del terrorismo”.
Il terrorismo ha più facce, più bandiere, ma una sola folle ragione: negare i diritti universali di libertà.
Non dimenticatelo.
(Fonti: ANSA, Poliziadistato.it)