Il dollaro scende ai minimi degli ultimi sei mesi dopo le dichiarazioni fatte dal presidente USA Donald Trump sui dazi sui chip e con il timore che il caos sulla politica tariffaria possa allontanare gli operatori dagli asset statunitensi.
Il Bloomberg Dollar Spot Index ha perso lo 0,3% dopo aver toccato il livello più basso da ottobre. Quest’anno l’indicatore è sceso di quasi il 6% in seguito alle crescenti tensioni commerciali con la Cina, dell’incertezza sulla politica economica protezionista di Trump e con i dubbi sulla crescita americana.
Al contrario, l’euro sta vivendo la risalita più rapida dal lontano 2009, con gli operatori che scommettono su una scalata fino a 1,20 dollari. La moneta unica europea ha raggiunto il suo livello più alto in tre anni alla fine della scorsa settimana, avvicinandosi a 1,15 dollari e va oggi a ridosso di 1,14.
Le borse europee reagiscono bene nella prima parte della seduta odierna. Parigi guadagna il 2%, Francoforte il 2,3%, Londra l’1,7%. A Milano l’indice è in rialzo del 2,3%. Bene Telecom (+ 5%), Mediobanca (+ 4,2%), Saipem e Stellantis (+ 4%).
In Asia il Nikkei di Tokyo ha chiuso a + 1,1%, Hong Kong a + 2,4%.
“Siamo molto vicini a una recessione e temo che possa esserci qualcosa di peggio se la situazione non sarà gestita bene”. Lo ha dichiarato il miliardario fondatore di Bridgewater Ray Dalio (sopra, in foto), dicendosi preoccupato dal possibile smantellamento della struttura economica e geopolitica in vigore dalla Seconda guerra Mondiale. “Stiamo passando dal multilateralismo, che è un ordine di stampo americano, a un ordine unilaterale caratterizzato da forti conflitti”, ha evidenziato Dalio.
(Fonti: ANSA, Il Fatto Quotidiano)