Un plauso per Donald J. Trump.
Ho avuto modo di analizzare già nella passata amministrazione l’operato del “tycoon”, e devo dire che questa volta ha lasciato tutti di stucco, me compreso.
Ma la ragione di tanto stupore non risiede nelle scelte da lui fatte il 2 Aprile, definito da lui stesso “Freedom Day”, giorno della liberazione. Trump è da anni che porta meraviglia ovunque si presenti, da quando costruiva eccellenze urbanistiche, alla fase “wrestling” fino ai reality imprenditoriali. La politica per Trump è solo un punto d’arrivo di un uomo che vuole lasciare l’impronta di sé. E ci riesce bene. Persino la morte, racchiusa in un proiettile, si inchina davanti a lui, facendogli guadagnare prestigio e onore per essere miracolosamente scampato ad un attentato, per pochi millimetri.
Non vi nascondo che ammiro questa persona, sia dal punto di vista imprenditoriale, sia politica che economica. La sua retorica è ineccepibile, i suoi discorsi sono diretti come una scoccata di fioretto, è pragmatico, realista, arriva al centro di ogni questione smontando l’avversario con sarcasmo e ironia degni della più caustica tradizione repubblicana.
La sua è una “fiscalità muscolare” nata dagli eventi degli ultimi anni di malamministrazione di “sleepy” Joe( Joe Biden il sonnolento!). Trump sa come usare il fisco per mandare un segnale forte e deciso: difendere l’America dagli attacchi economici stranieri, intervenendo con mano ferma nel complesso caos geopolitico.
Bravo, Donald, complimenti per il coraggio, e auguri. Un vento nuovo soffia per spazzare via l’ipocrisia politichese.
Alessandro Fucci