Yasmine ha passato la sua prima notte al caldo dopo l’odissea che ha vissuto, circondata da persone che la curano e non dal solo rumore del mare.
E’ la bambina di 11 anni salvata all’alba di ieri a largo di Lampedusa dall’equipaggio del Trotamar III. La piccola è al momento l’unica superstite di un naufragio di circa 45 persone, è “abbastanza tranquilla, considerato quello che ha passato”. Da quando è arrivata nell’hotspot di contrada Imbriacola, gestito dalla Croce Rossa italiana, un team la segue con attenzione e se ne prende cura. La bambina, originaria della Sierra Leone, ha anche parlato con gli psicologi mentre gli investigatori stanno cercando di capire cosa sia successo in mare. “L’abbiamo messa in contatto con il padre, si trova in Tunisia e anche lui è in procinto di partire ”, spiega il medico che l’ha presa in cura.
Ieri la piccola ha raccontato di essere partita circa cinque giorni fa da Sfax(Tunisia) insieme al fratello maggiore – anche lui fra i dispersi – e che il barchino sul quale navigavano, insieme a una quarantina di persone, sarebbe subito colato a picco. Lei avrebbe trascorso un paio di giorni in mare, aggrappata a due camere d’aria che le hanno fatto da salvagente e lottando con le onde di un Mediterraneo in tempesta. Ma i tempi potrebbero non essere questi. La bambina, provata ovviamente dall’esperienza che ha vissuto, potrebbe non essersi resa conto di quanto tempo realmente ha trascorso in mare e aver confuso ore con giorni. Non si può darle torto, e comunque l’istinto di sopravvivenza l’ha aiutata in una situazione che da anni va ripetendosi tristemente nelle acque del mediterraneo.
I racconti della bimba sembrano non combaciare con i dati oggettivi derivanti dal referto medico stilato dai sanitari del poliambulatorio. Yasmine non è risultata essere in stato di ipotermia e dopo qualche ora ha lasciato il Pte ed è stata trasferita all’hotspot di contrada Imbriacola.
“La bambina non era in stato di ipotermia, ma in buone condizioni. Era un po’ disidratata. Dopo 4 ore circa ha lasciato l’ospedale”, ha spiegato il dirigente medico Francesco D’Arca. Se le sue condizioni fossero state più gravi e fosse stata in stato d’ipotermia, dopo due o tre giorni in mare su due camere d’aria, sarebbe stata trasferita subito con l’elisoccorso in un ospedale di Palermo. L’acqua del Mediterraneo al momento ha una temperatura che arriva al massimo a 18 gradi. Secondo alcuni medici la bambina non poteva sopravvivere più di 15 ore. Da tenere presente – fa notare un investigatore a Lampedusa – che il mare era in tempesta con onde alte anche più di tre metri. Yasmine era sotto shock e i medici parlano di “confusione temporale”: potrebbe non essersi resa conto del reale tempo trascorso in acqua e il passare delle ore potrebbe esserle sembrato un’eternità. Ci vuole comprensione in questo caso, dove una bambina si ritrova sola in mezzo al mare aggrappata alla speranza di gomma e aria.
Le indagini in corso
La Procura di Agrigento aprirà una indagine per naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
La procura – che per le indagini si sta avvalendo della guardia costiera e della squadra mobile agrigentina, vuole fare chiarezza sul naufragio della barca con 45 persone, tra cui Yasmine, come ha raccontato l’equipaggio della barca a vela dopo aver parlato con la bambina. L’inchiesta dovrà basarsi anche sugli esiti dei monitoraggi fatti dalle motovedette di guardia costiera e guardia di finanza nell’area dove sarebbe avvenuto il naufragio del barchino partito da Sfax. Non sarebbero saltati fuori, fino al calar del sole di ieri, tracce o indizi (scarpe, vestiti, bidoni di gasolio, altri oggetti) di tragedie del mare. Le ricerche proseguono.
La guardia costiera interroga l’equipaggio della Ong in proposito
“Avevamo programmato di ripartire ieri sera per la zona Sar, perché ci era stato dato il permesso di farlo. Poi avevamo rimandato la partenza alle prime ore di oggi. Stamattina, invece, ci è arrivata una convocazione, da parte della Guardia costiera. Il nostro skipper è andato ed è stato sentito. La guardia costiera adesso sta sentendo gli attivisti, che insieme a lui, a bordo dell’imbarcazione, hanno udito la voce della bambina in mare”. Così all’ANSA la Ong Compass collective. Il veliero si trova fermo a Lampedusa ed “è pronto per la partenza”, specifica la Ong tedesca.
Di quante tragedie l’implacabile mediterraneo dovrà essere testimone? Immaginate l’orribile sorte di morire in mare, finire sott’acqua ed essere il pasto di creature marine che razzolano indiscriminatamente. Orribile.
Per fortuna Yasmine si è salvata, e anche se non è chiaro l’arco temporale della sua disavventura, è un bene che si sia salvata. Ma come succede in queste tragedie, si sarebbero potute salvare più vite umane.
Nessuno è un’isola.
(Fonte: ANSA)