E mentre il Papa si scusa per aver detto la parola “frociaggine”, la Meloni da De Luca replica presentandosi così come lui l’ha definita:” quella stronza”.

La volgarità è sempre stata parte della società, persino Dante la usa nella Divina Commedia. Ma oggi giorno, vuoi per i problemi linguistici di Bergoglio, ispanico di lingua, vuoi per ripicca furbesca della Meloni, la volgarità, ” le parolacce” sono un must del linguaggio moderno. Persino all’estero usano parolacce italiane per offendere, per vessare. Il cantante Jared Leto all’ultimo concerto, col suo bel sorriso ha sbottato: “che caxxo fai?”.

Io da, napoletano, vi posso garantire che a Napoli la fantasia non manca. Spesso i riferimenti sono sessuali, intestinali, con contorno di maledizioni verso defunti amicizie e amori, o paragoni animaleschi, divertissement scherzosi ma sarcastici.

Ma qui stiamo parlando di una deriva tristissima, a cominciare dal “capraio” nazionale, il Dott. Sgarbi, che con i suoi insulti erga omnes( nemmeno le donne la scampano) ha lanciato una tendenza populista da bar di infima categoria.

Tutti usiamo parolacce. Io personalmente preferisco l’ironia, è più elegante e colpisce più a fondo senza “cadere in basso”. Nella peggiore delle ipotesi, quando l’interlocutore insiste con modi volgari, allora forse conviene usare l’estrema risorsa, e da bravi sofisti, ricambiare con lo stesso tono.

Ma è meglio evitare. Gaffe come quelle del Papa possono essere anche divertenti, e raccontano comunque una verità a dir poco “scomoda”. Ma ormai tutto è lecito. Forse l’Intelligenza Artificiale può tradurre in linguaggio binario un “invito”(!) in questo modo:01110110 01100001 01100110 01100110 01100001 01101110 01100011 01110101 01101100 01101111 e sarebbe ottimo lavoro di indagine per Padre Paolo Benanti a capo della commissione sull’uso dell’I.A.

Ma vi ripeto, usate l’ironia: salutami a Socrate, anche la merd@ ha un suo scopo nella Natura, siamo fatti della stessa sostanza delle stelle, stronzio compreso, ma tu un po’ di più…

Ingegnatevi, divertitevi. Ormai presidenti e papi hanno sdoganato le parolacce. Non offendete però le mamme. Le mamme non si toccano. Sono sacre, come le vacche…!

Da Nicola Gallo

Partenopeo, diploma di Maturità Classica (Lic.Stat. G.B.Vico), Laurea in Scienze Politiche conseguita presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Frequentazione parziale di Belle Arti. "Per aspera ad Astra, ad Astra ad Infinitum". Informare è un dovere, è un diritto. Informare ed essere informati, per il bene di tutti.

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