Home Cronaca Orrore umano: murato in un rudere senza acqua né cibo, cagnolino salvato

Orrore umano: murato in un rudere senza acqua né cibo, cagnolino salvato

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Per il proprietario, che secondo le indagini deteneva l’animale in quelle condizioni da almeno cinque mesi, è scattata la denuncia per maltrattamento e abbandono.

Rinchiuso dentro un rudere di cemento privo di finestre e con l’ingresso sbarrato, recluso al buio totale, senza acqua né cibo. Erano le terribili condizioni di vita di un cane sequestrato dalle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) intervenute nel Cagliaritano. Per il proprietario, che secondo le indagini deteneva il cane in quella piccola cella da almeno cinque mesi, è scattata la denuncia per maltrattamento e abbandono.

Durante un controllo di ruotine nella zona, le guardie zoofile hanno sentito dei latrati che provenivano da una piccolissima costruzione in blocchetti di cemento situata in un terreno isolato in campagna e sono immediatamente entrate in azione.

“Il rudere non aveva alcuno spiraglio verso l’esterno, ma solo una piccola apertura di 40 centimetri che permetteva a Pippo, così l’abbiamo chiamato, di affacciarsi solo sporgendo la testa. L’ingresso era sbarrato con un alto cancello di legno”, racconta la coordinatrice delle guardie zoofile Oipa della Sardegna, Monica Pisu. “Il cagnolino non aveva né una cuccia né alcun tipo di giaciglio: era costretto a rannicchiarsi sul freddo e umido terreno di cemento. Sul suolo abbiamo trovato le sue deiezioni e una pentola rovesciata, usata abitualmente per somministrare l’acqua, perfettamente asciutta. Il piccolo, inoltre, era alimentato con cibo per nulla adeguato alla specie: sul pavimento vi erano pezzi di pane ammuffito, resti secchi di pizza, patatine e spaghetti”.

Ma dico, vedete gli occhioni di questa bellissima creatura in foto? Come si può essere così crudeli?

Se non potete più permettervi per motivi di forza maggiore di tenere con voi una creatura innocente, ci sono molte associazioni di volontariato e potete rinunciare alla “proprietà”, anche se, come è capitato a me personalmente, se ne va un pezzo di cuore.

Come so per esperienza personale, vi posso dire: “Core ‘e cane è ‘o meje core”.

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