Home Economia Verifiche PEC a tappeto: chi rischia e come evitare le sanzioni

Verifiche PEC a tappeto: chi rischia e come evitare le sanzioni

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Al via le verifiche PEC da parte della Camere di Commercio: interesseranno i liberi professionisti e le imprese che avevano l’obbligo di comunicare il proprio domicilio digitale e non l’hanno fatto. Alcune imprese hanno infatti un indirizzo PEC non più valido o non hanno completato la procedura telematica necessaria per iscrivere la PEC nel Registro delle imprese, per questo motivo sono state avviate le cancellazioni d’ufficio, con la relativa irrogazione delle sanzioni a chi non è in regola.

Cos’è il domicilio digitale e perché è obbligatorio

Il termine domicilio digitale è utilizzato per indicare un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC), e ricopre il ruolo di recapito ufficiale elettronico di un’impresa, di un professionista, di una Pubblica Amministrazione e/o di un semplice cittadino. È stato introdotto dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), un testo unico che organizza le norme riguardanti l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione nei rapporti con i cittadini e le imprese e si può dire che è l’equivalente online del domicilio fisico di un soggetto (che sia fisico o giuridico), un indirizzo cioè a cui si possono inviare comunicazioni.

Le comunicazioni elettroniche scambiate tra domicili digitali producono gli stessi effetti giuridici delle comunicazioni cartacee a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno ed equivalgono alla notificazione per mezzo della posta, anche riguardo al momento della spedizione e del ricevimento.

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