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Meloni e Salvini: cosa c’è di vero?

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Un confronto durato circa un’ora con in primo piano tutte le “priorità e urgenze” che la coalizione deve affrontare. Così i rispettivi partiti descrivono l’atteso faccia a faccia tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, il primo dopo la vottoria alle elezioni. “Unità di intenti e grande collaborazione“, professano da Fratelli d’Italia e Lega.

“Non si è parlato né oggi e né in questi giorni di nomi, incarichi, attribuzioni di deleghe né separazioni di ministeri e sono prive di fondamento retroscena di stampa su presunti veti, così come le notizie già smentite da Palazzo Chigi su un ‘patto’ Meloni-Draghi“, si sottolinea da via della Scrofa.

Il colloquio avviene all’indomani del primo faccia a faccia con Antonio Tajani, in rappresentanza dell’altro principale partito alleato, Forza Italia. E se, da una parte, corrisponderebbe al vero – lo confermano tutti i partiti – che al momento la discussione sulla squadra è ancora in alto mare; sono fitte le indiscrezioni che circolano tra i corridoi dei palazzi della politica.

Il nodo centrale riguarda la guida del Viminale, rivendicata dal segretario leghista come naturale sbocco di una sua partecipazione al governo. Non è chiaro se di questo, nello specifico, i due leader abbiano parlato ieri pomeriggio. Ma le voci di un loro scontro sul tema sembrano state diffuse ad hoc per alimentare il pressing sulla presidente di FdI. La quale – secondo fonti leghiste – avrebbe alcune perplessità sull’opportunità di affidare un tale ruolo a Salvini.

Anche se da via della Scrofa si smentiscono tutte le ricostruzioni di stampa su “presunti veti”. Quel che è certo è che Salvini vuole una “squadra forte, capace, composta da uomini e donne di cui si fida”, spiega un ‘big’ della Lega.

Agi

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