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Ma sappiamo come si vota? Andiamo nello specifico.

Il prossimo 25 settembre gli italiani saranno chiamati a eleggere il nuovo governo che si insedierà al posto dell’esecutivo guidato da Mario Draghi.

Si tratta delle prime elezioni politiche su cui avrà effetto il taglio dei parlamentari deciso dal referendum del settembre 2020, mentre non cambierà la legge elettorale. Si voterà infatti con il Rosatellum, come è stato per le politiche del 2018. Ecco come esprimere il proprio voto sulla scheda elettorale.

Com’è strutturata la scheda

Il mix di sistema elettorale maggioritario e proporzionale previsto dal Rosatellum, nonostante renda il meccanismo di assegnazione dei collegi più complesso, non implica particolari difficoltà al momento del voto nel seggio elettorale. Ogni elettore riceverà due schede, una per la Camera dei deputati e una per il Senato. Ciascuna scheda sarà composta da riquadri rettangolari con indicato in alto

 il nome del candidato uninominale. Tra questi risulterà eletto chi, nel collegio di riferimento, riceverà più voti.

All’interno del singolo riquadro, l’elettore troverà inoltre alcuni nomi vicino ai simboli dei partiti. Si tratta dei cosiddetti 

candidati “bloccati” proporzionali: l’elettore non potrà esprimere alcuna preferenza, ma saranno questi saranno eletti in modo proporzione ai voti ricevuti nel collegio, in ordine di lista.

Come si vota

 Ci sono diversi modi per far valere il proprio voto. 

Prima opzione: l’elettore può segnare con una “x” il nome del candidato uninominale. In questo caso il voto è esteso anche alla lista, se però quel candidato si presenta con una coalizione di più liste, allora il voto viene ripartito in modo proporzionale ai voti ottenuti nel collegio. La seconda opzione possibile è quella di sbarrare direttamente il simbolo del partito: in questi caso il voto si estende anche al candidato uninominale. Infine, il voto sarà valido anche qualora l’elettore sbarri sia il nome del candidato uninominale sia il simbolo della lista. 

Quando il voto non è valido

Tutte e tre queste modalità garantiscono che il voto sia considerato valido. L’unica circostanza in cui il voto viene annullato

perché considerato non valido si verifica se l’elettore sbarra il simbolo di un partito e il nome di un candidato uninominale non collegato a quella data lista.

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