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Revenge Porn, garante della privacy applica il 114-bis

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Per bloccare il revenge porn il Garante della privacy gioca d’anticipo.

Sono cinque le ingiunzioni notificate d’urgenza a Facebook, Instagram e Google per bloccare la messa in rete di foto e video di contenuto sessuale.

A darne notizia è lo stesso Garante (newsletter del 30 maggio 2022) che, su richiesta delle potenziali vittime, ha ordinato alle piattaforme di adottare immediatamente tutte le misure necessarie ad impedire la diffusione sulle relative piattaforme del materiale contestato.

Si tratta della prima applicazione dell’articolo 144-bis del codice della privacy (d.lgs. 196/2003), inserito dal decreto legge 139/2021. Questa disposizione ha introdotto uno strumento di tutela preventiva a beneficio di chi teme che contenuti sessuali possano essere diffusi in rete contro la sua volontà. Chi ha un fondato motivo di questo tipo, anche se minore con più di 14 anni, può rivolgersi al Garante che, nel giro di 48 ore, ingiunge alle piattaforme quanto ritenuto efficace per prevenire il pericolo di diffusione dei contenuti osceni. 

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