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Manovra, il governo pone la fiducia alla Camera

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Il governo pone la questione di fiducia alla Camera sulla Manovra. Lo ha annunciato all’Assemblea di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Numerosi gli incentivi per il 2022 contenuti nella legge di Bilancio a sostegno delle famiglie e non solo. Salta il tetto di 240mila euro in vigore dal 2011 per i massimi vertici della P.a. La misura vale anche per le aziende partecipate non quotate.

Il governo, di fatto, lascia a Montecitorio una seconda lettura solo formale per rispettare il termine del 31 dicembre per la pubblicazione della manovra ed evitare di arrivare all’esercizio provvisorio. Il voto sulla fiducia si terrà nella serata di oggi  mentre il via libera finale è atteso per giovedì.

Un esame lampo che ha creato non pochi mal di pancia, e non solo nell’opposizione dopo una prima lettura molto rapida al Senato. L’esame di Palazzo Madama è durato infatti solo pochi giorni tra l’avvio delle votazioni in commissione, nelle prime ore del mattino del 21 dicembre, ed il via libera in Aula nella notte tra il 23 ed il 24 dicembre.

Alla Camera la commissione bilancio si è riunita lunedì pomeriggio per la discussione generale durante la quale sono emersi i primi forti malumori per i tempi strettissimi. Tanto che la commissione Finanze all’unanimità ha deciso di non esprimere il proprio parere sulla Manovra.

Martedì il lavoro della commissione è ripreso per le ammissibiltà e le votazioni, chiuse poco prima delle 14 col mandato alla relatrice Daniela Torto (M5s) che ha fatto decadere i circa 250 emendamenti ammessi e non votati. Forti critiche dall’opposizione. “L’esecutivo guidato da Mario Draghi ha oramai sdoganato il monocameralismo e si conferma il governo dei migliori solo nel comprimere il dibattito e nel calpestare il ruolo del Parlamento”, ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. Ma critiche al metodo sono arrivate da tutti i gruppi seppur con toni diversi.

Tra le misure principali della legge di bilancio, da 23,3 miliardi nel 2022, 29,6 nel 2023 e 25,6 miliardi nel 2024, il pacchetto da oltre 8 miliardi per la riforma degli scaglioni Irpef e l’abolizione dell’Irap per gli autonomi, l’intervento da 3,8 miliardi per arginare gli aumenti delle bollette, i 3 miliardi di euro per la riforma degli ammortizzatori sociali e gli oltre 4 miliardi per l’aumento del fondo sanitario, l’acquisto di vaccini e farmaci innovativi. Ma sono da ricordare anche il rifinanziamento del reddito di cittadinanza, l’introduzione di Quota 102 e la proroga del Superbonus 110%.

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